Ponti che crollano: quello di San Nicola Arcella è una tragedia annunciata?

LA FOTO DI COPERTINA E' STATA SCATTATA NEL MESE DI GIUGNO SCORSO

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Ponti che crollano: quello di San Nicola Arcella è una tragedia annunciata?

Non c’è una sola testata giornalistica del Cosentino che non si sia occupata, almeno una volta, delle drammatiche condizioni strutturali del viadotto Canal Grande, comunemente noto come il “ponte di San Nicola”, poiché è un tratto di Ss 18 ricadente nel Comune di San Nicola Arcella. E oggi, dopo la catastrofe genovese di oggi che ha già generato oltre 20 morti, il pensiero torna inevitabilmente a quelle numerose inchieste che nessuno, e sottolineiamo nessuno, di nessuna fazione politica, locale e regionale, ha minimamente preso in considerazione, fatta eccezione per il coordinatore provinciale Italia del Meridione, Raffaele Papa, che giorni fa ha preso pubblicamente l’impegno di trascinare la questione in consiglio regionale tramite il referente Orlandino Greco.

 

Nello specifico, la nostra redazione già nel novembre del 2016 aveva dato risalto al campanello d’allarme lanciato da alcuni automobilisti (Ponte di San Nicola| Gli esperti invitano alla calma, ma il cedimento delle travi è impressionante). Pochi mesi più tardi, dopo il polverone mediatico, eravamo tornati sul posto per un sopralluogo e avevano notato che la situazione era rimasta immutata (Ponte di San Nicola | Ieri ancora un sopralluogo: le incredibili immagini del cedimento strutturale).

Da alcune settimane stiamo pubblicando a puntate una inchiesta intitolata “La morte corre sulla Ss18” in cui abbiamo evidenziato tutti i pericoli e le criticità di una strada che, come molte cose in questo lembo di terra, è abbandonata a se stessa. Tra questi abbiamo nuovamente denunciato lo stato in cui versa Canal Grande, con tanto di reportage fotografico. A questa ennesima inchiesta è seguita ancora tanta indignazione, ma anche stavolta, che a noi risulti, nessuno ha pronunciato una parola sulla vicenda.

Pertanto alla luce della tragedia accaduta oggi, vi riproponiamo integralmente l’inchiesta di alcune settimane fa, in cui si denunciano le controversie di tutti e tre i ponti della Ss18 tra Praia a Mare e San Nicola Arcella, nella speranza che finalmente qualcuno abbia un sussulto di dignità.

Eccola.

 

La morte corre sulla ss18: i ponti che si sgretolano, l’incuria e la sicurezza compromessa – seconda parte (data di pubblicazione 30 giugno 2018)

La seconda parte della nostra inchiesta sui pericoli della SS18 del tratto tirrenico cosentino, riprende puntando le luci sui cavalcavia, tre in tutto, del tratto di strada compreso tra Praia a Mare e San Nicola Arcella. Di Canal Grande, ricadente nel Comune di San Nicola Arcella, ci siamo già occupati numerose volte, come dimostrano i nostri articoli “Ponte di San Nicola | Ieri ancora un sopralluogo: le incredibili immagini del cedimento strutturale” “Ponte di San Nicola| Gli esperti invitano alla calma, ma il cedimento delle travi è impressionante“.

Ma nonostante le nostre denunce, quelli di numerosi colleghi e dell’associazione ambientalista Italia Nostra, non risulta che siano state effettuati grandi interventi per la messa in sicurezza del ponte, fatta eccezione per il rifacimento della zona sottostante il manto stradale. In sostanza, è stato inserito il materiale ammortizzante tra l’asfalto e il cemento poggiato sulle travi.

Tutti gli altri problemi legati alla sicurezza, sono dunque tuttora irrisolti. Ma nelle foto scattate nelle scorse settimane, abbiamo potuto constatare che anche gli altri due cavalcavia, quello di contrada Saraceno a Praia a Mare e contrada Tufo a San Nicola Arcella, sono vittime di incuria, scarsa manutenzione e totale assenza di dispositivi di sicurezza.

 

LO SGRETOLAMENTO DEI PONTI – Ad avere la peggio, in termini di usura, è certamente Canal Grande, come vi mostriamo nelle seguenti foto, anche se profondi segni di usura strutturali li abbiamo rinvenuti anche negli altri cavalcavia.

 

Singolare, poi, è il metodo con cui si cerca di rimediare ai danni provocati dall’usura.

 

Bisogna poi tener presente che il ponte di San Nicola sovrasta una stradina parecchio trafficata, pertanto una eventuale caduta di frammenti minerebbe anche l’incolumità degli automobilisti in transito nella strada sottostante. A 60 metri di altezza anche la caduta di un modesto pezzo di cemento o una piccola pietra può rappresentare un serio pericolo.

 

INCURIA – Il fatto che su queste strade non si faccia abbastanza manutenzione lo si evince dall’incuria ben visibile ai passanti.

 

INCURIA E SCARSA MANUTENZIONE DEI GUARD RAIL- L’incuria e la scarsa manutenzione riguardano anche le barriere di sicurezza, ovvero i guard rail. Questi non solo non vengono sostituiti quando si usurano, a guardare bene le immagini non vengono sostituiti nemmeno dopo che subiscono gravi danni magari a seguito di un incidente, compromettendone irrimediabilmente le funzioni. Ciò significa che nell’eventualità di un altro incidente, il colpo non verrebbe attutito come dovrebbe e le auto rischiano di sfondare la rete di protezione o sbatterci contro senza nessuna tutela.

 

LA MANCANZA DI DISPOSITIVI DI SICUREZZA – Ma c’è almeno un’altra problematica che mette in serio pericolo l’incolumità dei viaggiatori che attraversano i ponti della SS18 nel tratto del Tirreno cosentino e riguarda l’assoluta mancanza dei dispositivi di sicurezza in prossimità delle curve che immettono sui cavalcavia. Ciò significa che in caso di sbandamento dell’auto o di sinistro in quel preciso punto, le auto finiscono direttamente giù. Se si è fortunati si rotola lungo la scarpata, nel caso peggiore ci si schianta direttamente sessanta metri sotto.

 

LE TRAPPOLE – Attenzione poi alle trappole che si presentano lungo la strada. Subito dopo un incidente, un tamponamento o anche dopo essere stati lasciati a piedi dall’auto in panne, gli automobilisti cercano riparo sgomberando il cavalcavi per carcare di raggiungere luoghi più sicuri. Per farlo molto spesso scavalcano il guard rail, pensando di essere guidati lontano da ogni qualsivoglia pericolo. Ma nei pressi dei cavalcavia dei quali vi abbiamo parlato, succede invece che al di là del guard rail si nascondano insidie ancora peggiori, tanto più con il calar della notte. Nelle foto che vi mostriamo di seguito, sono ripresi i punti in cui la carreggiata non è protetta da alcun dispositivo e incamminarsi lì significherebbe cadere giù nei canaloni che finiscono a mare o nei precipizi di cui vi abbiamo parlato sopra. Queste vere e proprie trappole sono nascoste da mesi e mesi di incuria che generano erbe e piante così folte da annientare la percezione del pericolo. D’altro canto,non c’è nessun segnale o cartello a mettere in guardia gli automobilisti.

Tutto ciò che vi abbiamo mostrato è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, ma nessun organo preposto al controllo, alla sicurezza o al controllo delle strade sembra essersene accorto.

di Francesca Lagatta

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