Boicottaggi alle iniziative sociali e censure, questo di fatto pare essere il vero obbiettivo di molti quotidiani liguri a danno della informazione consapevole dei cittadini.
Questo è ciò che ci riferiscono diversi candidati in relazione all’iniziativa in tutela dei minori #PARTIAMODALBASSO, che punta ad inserire nella fascia a rischio del volontariato – rimasta scoperta dal certificato anti pedofilia – un bollino di sicurezza per i Comuni nella prevenzione dei più piccoli.
Un problema ben noto in Italia per il quale il deputato Matteo Mantero aveva a suo tempo prodotto una interrogazione parlamentare in un Paese bacchettato per il vuoto legislativo persino dal Comitato per la tutela dell’infanzia delle Nazioni Unite. (punto 21 del report par. D – E – G – H)
Un problema risolvibilissimo che riguarda cooperative, società sportive ecc. dove il legislatore, a differenza degli altri paesi della UE, ha pensato di non inserire il certificato anti pedofilia creando così il paradosso. Questo vuoto ha fatto si che chi non può esibire il certificato, essendo esentata la categoria, in quella trovi fertile terreno di caccia.
La soluzione elaborata dagli avvocati della Rete L’ABUSO è semplicissima ed efficace. Chi la ha adottata ha visto diversi volontari lasciare e allontanarsi, in quanto non in condizioni di produrre il certificato perché pregiudicati.
Approfittando delle elezioni amministrative, la Rete ha pensato di chiedere ai candidati liguri il semplice impegno, se eletti, ad introdurla. E qui la sorpresa: la totale censura dell’iniziativa preventiva da parte praticamente di tutti i mezzi di informazione (in questo caso disinformazione e censura) liguri, tranne IVG e Liguria 24.
Ma c’è chi, come il SECOLO XIX, ha fatto davvero di peggio in merito alla disinformazione e in fregio della tutela dei minori. Infatti, uno dei capi redattori e promoter politico, probabilmente sollecitato da qualche candidato imbarazzato dall’iniziativa, (alla quale la Rete ha compensato, semplicemente sponsorizzandola a pagamento sui social), nel deontologico e assai scorretto modo di fare che ha la stampa da queste parti, ha pensato bene di fare una domanda a trabocchetto ai 5 candidati sindaco di Savona, omettendo loro totalmente l’iniziativa, ma facendogli comunque una domanda sulla pedofilia che non comprendesse il loro impegno nell’iniziativa sociale.
E qui davvero si dimostra quanto sia caduta in basso l’editoria, soprattutto del SECOLO XIX che, se pur piccolo, prima di essere assorbito dal Gruppo GEDI era un buon giornale locale, oggi ridotto purtroppo a certe bassezze.
Ma come dice il proverbio, “il diavolo fa le pentole e non i coperchi e così”, avvisati uno ad uno i candidati liguri, compresi quelli intervistati dal SECOLO XIX, che però successivamente si sono ritrovati come CANDIDATI NON IN TUTELA DEI MINORI sul sito che riporta l’iniziativa, essendo in campagna elettorale l’irritazione di certo non si è lasciata aspettare.
Purtroppo confermano: “il SECOLO XIX ci ha intervistati omettendo questa cosa, ma vorremmo comunque aderire”.
Oggi a Savona, tranne PD e FI tutti hanno aderito all’iniziativa, e c’è di più. Alcuni servizi sociali dei comuni, in totale autonomia e conoscendo bene il problema che la stampa omette, si sono interessati all’iniziativa contattandoci e chiedendo appuntamenti per visionare i protocolli.
Al di là del deplorevole comportamento dei media liguri, è davvero triste vedere che scalda-poltrone che si candidano sindaco promettendo a questo punto più che ragionevolmente dubbi cambiamenti, non abbiano nei programmi nessuna iniziativa di prevenzione per i vostri, ma anche i loro figli e nipoti.
Un segnale di grave e preoccupante inciviltà e mancanza di senso civico comune, indispensabile per il bene della collettività, soprattutto se ti proponi per amministrare le esigenze ed i bisogni della collettività.
Zanardi