Scalea | Bimbo malato deve essere operato d'urgenza, salvato dalla generosità della gente

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Scalea | Bimbo malato deve essere operato d'urgenza, salvato dalla generosità della gente

(Fonte foto:dal web)
Pubblicato su Cronache delle Calabrie
Emorragia cerebrale: la diagnosi è agghiacciante. Il paziente ha solo un anno e i genitori sono comprensibilmente distrutti. Succede tutto di fretta, nell’ansia e la preoccupazione di una giovane famiglia che fino a qualche ora prima viveva la gioia di vedere crescere un figlio che ora rischia di perdere. Per sempre.
Non c’è tempo dicono i dottori, il bambino va operato e di fretta. Ma il viaggio è lungo, le forze sono poche e le risorse economiche ancora meno. Qualcuno consiglia ai due genitori di chiedere aiuto rivolgendosi alla stampa affinché diffonda la storia, ma verificare l’intera vicenda e istituire un fondo per la raccolta dei soldi necessari per vitto e alloggio avrebbe significato perdere un lasso di tempo che avrebbe seriamente messo a repentaglio la salute dal piccolo paziente.
Quando famiglia e amici si trovano innanzi alla crudele realtà, pensano bene di beffare la sorte e tentare la via della donazione privata. Che sia, però, immediata. La catena di solidarietà si mette in moto grazie a una decina di telefonate che effettuano gli amici degli amici e dopo una manciata di ore la notizia irrompe echeggiando nelle mura di quella casa sulle quali era sceso il gelo: c’è un donatore che vuole farsi carico delle spese e contemporaneamente qualcun altro ha messo a disposizione la propria abitazione nei pressi dell’ospedale romano dove verrà effettuato il delicato intervento. La famiglia del piccolo e il referente del generoso donatore si incontrano qualche giorno dopo a Scalea per la consegna del denaro e stringersi in un abbraccio. A donare la somma è un uomo di Chiesa che chiede riservatezza sulla vicenda e respinge ogni forma di pubblicità. C’è un ometto di due anni da salvare e gli elogi sono decisamente fuori luogo.
D’altronde c’è poco da abbassare la guardia, nella lotta tra la vita e la morte i soldi non bastano e la famiglia chiede ancora uno sforzo: quello di pregare per il figlio durante l’intervento chirurgico.

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