Scalea (Cs) | Caso Emanuele De Bonis a La Vita in Diretta, il sindaco Licursi: 'Andrò a casa sua'

0
Scalea (Cs) | Caso Emanuele De Bonis a La Vita in Diretta, il sindaco Licursi: 'Andrò a casa sua'

Un momento della puntata
Clicca qui per mettere mi piace alla pagina facebook della redazione La Lince e rimanere sempre aggiornato
Il collegamento comincia con quale minuto di ritardo, ma Anna Cervati, mamma di Emanuele, ha conservato intatto il dolore. Parla, spiega com’è la vita e quella di suo figlio, anche se riassumerla in cinque minuti è decisamente riduttivo. Non fa in tempo a spiegare, ad esempio, che lei tutti i giorni deve far evacuare suo figlio con le mani perché da solo non riesce.
Sembra facile, dietro uno schermo, Anna Cervati percepisce una bella pensione di invalidità per suo figlio e l’Asp le manda un aiuto tutti i giorni. E allora che cosa cerca?
Intanto della pensione di invalidità le rimangono solo 300 euro perché l’Asp, in realtà, l’aiuto glielo garantisce solo tre ore al giorno. Per le restanti deve necessariamente pagare una donna, anzi due, che l’aiutino a tenere la casa igienicamente perfetta e a fare quello che, sempre da dietro uno schermo, pare facile. Come trasportare in bagno Emanuele per lavarlo. In realtà, lo abbiamo anche filmato, di persone ne occorrono 4, tra chi apre le porte ed evita pericoli e chi trasporta Emanuele fino al bagno. E pi c’è quello che aiuta nelle operazioni di “atterraggio”.
I conduttori del programma non si limitano a raccontare, ma chiamano il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, perché, dicono, voglio andare fino in fondo alla storia. Il primo cittadino si rende disponibile ma mette subito le cose in chiaro: la signora percepisce 533 euro dal fondo disabili a fronte dei 700 richiesti.
Sembrerebbe facile pure questa ma non lo è. Tanto per cominciare, il fondo disabili sarà erogato per la durata di un anno, finito il quale sarà punto e a capo. Secondo, della cifra di 533 euro Anna trattiene poco meno di 300, perché il restante deve versarlo all’Inps come “pegno” per l’assunzione della donna che secondo le istituzioni dovrebbe quindi pagare con i 300 euro circa al mese.
Diciamo che per un anno Anna Cervati e suo figlio avranno quindi a disposizione 600 euro. Con questa somma dovranno mangiare entrambi, fare la benzina, fare spesa, pagare la luce, acqua, spazzatura, imu e soprattutto le medicine che l’Asp non passa.
Detto questo, dobbiamo aggiungere un’ultima cosa: non ha importanza quanto abbia a disposizione Anna in un mese per campare, è importante che abbia i soldi che le spettano se questo è suo, un loro diritto. Pensare che chi accudisce un disabile in casa debba già accontentarsi di sopravvivere, debba per forza marcire in un angolo della società senza mai poter varcare la soglia di una parrucchieria, di un cinema o di un centro estetico se no è peccato o immorale, è da trogloditi medievali.
E’ evidente che ancora oggi in molti non abbiano compreso il significato della parola diritto, ma soprattutto quello della parola umanità.
Per quel che ci riguarda, la nostra redazione continuerà a vigilare e denunciare il caso ogni qualvolta ce ne sia bisogno. Possibilmente senza dover rifare i conti in tasca a due persone che, comunque sia, hanno perso tutto.