Mostro di Firenze, parla il criminologo Sergio Caruso: 'Il più grande cold case Italiano'

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Mostro di Firenze, parla il criminologo Sergio Caruso: 'Il più grande cold case Italiano'

(Fonte foto: dal web)
Ecco la lettera che ci ha inviato il criminologo Sergio Caruso contenente l’analisi personale sul caso della nuova pista del Mostro di Firenze.
“Una nuova pista tra ipotesi fantasie e misteri. Dopo la fantascienza e il fantacalcio, ultimamente va di moda il fantacrime, grazie al quale la gente più o meno appassionata di storie di delitti ripercorre le piste più strane ed originali su vari casi di cronaca che hanno segnato la criminologia nazionale.
Di pochi giorni fa è la notizia di una nuova pista, una nuova svolta del caso più grave della cronaca italiana: il mostro di Firenze, che ha provocato 16 vittime, 8 coppie, uomo e donna, uccise in 8 azioni separate. Dopo la pista sarda, che non ha portato a nulla poiché gli indagati erano soggetti che al massimo potevano effettuare qualche azione criminosa nell’ambito degli allevamenti e controllo dei terreni, non poteva mancare la pista esoterica in cui al vertice vi era una grande setta satanica e le vittime erano sacrifici rituali. Ne sono prova i delitti compiuti con la luna piena e corsi d’acqua presenti nei pressi della scena del crimine, per non parlare dei tralci di vite introdotti nella vagina di una vittima e di un potente mago, al secolo Salvatore Indovino.
Nonostante sia affascinante, anche questa analisi risulta infondata poiché le scene del crimine con caratteristiche esoteriche, o nello specifico sataniche, presentano elementi inconfondibili. In questo caso la luce della luna serviva per mirare meglio, di corsi d acqua ne è piena la toscana e la vite era un atto sadico di crudeltà e disprezzo verso la vittima con chiari riferimenti sessuali. Il mago Indovino, oltretutto, era un fattucchiere di paese che ravviva al massimo le serate di annoiati anziani signori.
In pieno stile crime, la pista più battuta durata tanti anni fu quella dei compagni di merenda, in cui un alcolista, soggetto con evidenti difficoltà cognitive, e il famoso Pietro Pacciani, un contadino dal carattere funesto, furono identificati come gruppo criminale artefice di questa orrenda vicenda.
Infine, la pista dei terroristi di estrema destra, dove 16 delitti sarebbero serviti a destabilizzare la precaria situazione socio politica italiana. Qui non c’era solo una teoria ma anche un nome, Giampiero Vigilanti, 86 anni originario dell’area geografica interessata.
La cosa che più mi fa riflettere è che vedono ovunque serial killer e nei casi in cui sono davvero presenti osservano tutt’altro. Per la complessità dei delitti e l’odio espresso con over killing si tratta di un “Missionary Serial Killer” che probabilmente voleva punire il rapporto sessuale, in particolare le donne, ecco perché l’aspetto preferenziale delle coppiette in atteggiamenti intimi. E ricordiamo che l’unico superstite fu un bambino, Natalino Mele, il simbolo della purezza.
La mia , chiaramente, è una libera analisi che di certo non vuole dare risposte ma insinuare dubbi”.
Chi è Sergio Caruso – Il dottor Sergio Caruso è un pedagogista criminologo, docente di Master di Criminologia in Calabria, esperto in minori, famiglia e prevenzione.

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