Alto Tirreno cosentino | Estorsione hot, il prete è don Bruno Midaglia di Sangineto

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Alto Tirreno cosentino | Estorsione hot, il prete è don Bruno Midaglia di Sangineto

(Fonte foto: dal web)

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Per la delicatezza del caso, e per non generare una fastidiosa curiosità dei lettori, nei giorni scorsi la nostra redazione non aveva nemmeno pubblicato la notizia della tentata estorsione. Pertanto mai ci sarebbe venuto in mente di rivelare il nome parroco se non fosse che le vicissitudini hanno costretto a renderlo pubblico per primo a Monsignor Leonardo Bonananno, vescovo della diocesi di San Marco Argentano.

L’occasione si è presentata con la richiesta delle dimissioni da parte del parroco presentate al suo superiore, che a sua volta ha ritenuto di accettarle con tanto di messaggio ufficiale sul sito della diocesi.

L’uomo, originario di Sangineto ma fino a ieri guida spiritale in una parrocchia di Belvedere, ieri aveva nuovamente guadagnato le pagine dei giornali per l’intossicazione da fumo dalla quale è stato sottratto grazie a un repentino intervento dei due uomini dell’Arma che lo avevano trovato svenuto a terra in stato di incoscienza.

I fatti inerenti alla trappola in cui era caduto con mero inganno, erano già noti da tre giorni. Una coppia di rumeni, marito e moglie si erano rivolti a lui per lavorare. Don Bruno Midaglia li aveva accontentato entrambi, prendendo lei in casa per le pulizie domestiche. Ma l’unico giorno in cui erano rimasti soli, con la complicità del marito, la donna lo avevo provocato e ritratto in pose quanto meno imbarazzanti per un sacerdote. Di lì, era partita la richiesta di ricatto di mille euro, a cui il prete però, non ha ceduto. Con la dignità e il coraggio che pochi altri uomini all’interno del clero possono vantare, si è rivolto alle forze dell’ordine pur sapendo che la notizia sarebbe potuta trapelare. Per i due malviventi il processo per direttissima e udienza fissata il 29 settembre.
Per giorni la stampa locale aveva parlato dell’accaduto senza però rivelare l’identità per ragioni deontologiche, ma il parroco, forse preso dai morsi della coscienza, forse perché sopraffatto dalla bufera mediatica, ha deciso di spogliarsi delle vesti sacerdotali, costringendo in qualche modo il Vescovo Bonanno a fare nome e cognome per giustificare l’improvvisa sparizione del prete.
Un gesto da encomio, di questi tempi, considerato che in fin dei conti era stata solo una perdonabile marachella e non un reato, al contrario di quei tanti preti pedofili che commettono il peggiore dei delitti e ottengono persino la protezione degli ambienti clericali, i quali, mal che vada, li spostano da una parrocchia all’altra.