La lettera che Liliana Castagnola scrisse a Totò prima di suicidarsi per la fine del loro amore

0
La lettera che Liliana Castagnola scrisse a Totò prima di suicidarsi per la fine del loro amore

(Fonti foto e video: dal web)
Clicca qui per mettere mi piace alla pagina facebook della redazione La Lince e rimanere sempre aggiornato
Antonio, potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano… Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, amore mio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l’ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?… Addio. Lilia tua”.
L’autrice di questa lettera si chiama, o meglio, si chiamava Liliana Castagnola ed è stata una delle donne che ha amato così tanto Totò al punto da togliersi la vita perché sopraffatta dalla gelosia e dalla trascuratezza di uomo troppo concentrato sulla sua carriera.
Liliana, classe 1895, nacque a San Martino, in provincia di Genova, intraprese la carriera di chanteuse e conobbe Totò quando si recò a teatro, all’età di 34 anni, per assistere a un suo spettacolo. Era il 12 dicembre del 1929. Tra i due al primo sguardo successe quello che si definisce un colpo di fulmine e, nonostante le i dubbi iniziale di lei, cominciò una storia, seppur breve, passionale e turbolenta, scandita dal sentimento di possessione, che dopo poco tempo costrinse il giovane attore ad allontanarla, anche per le numerose telefonate che lo mettevano in guardia sul carattere di Liliana, nata Eugenia. Ma la donna non supererò mai la fine della relazione e preferì la morte. La sera del 3 marzo 1930 ingerì un’intera confezione di sonniferi.

Fu proprio Totò a trovare il corpo senza vita, rimanendone segnato per tutta la sua esistenza. La tumulazione della salma avvenne nella cappella della famiglia De Curtis e la figlia avuta in seguito dalla moglie Diana Rogliani fu chiamata proprio con il nome della donna che si uccise per lui. Quasi a rendere immortale quell’amore che non aveva resistito alle magagne del successo.
Sotto, Liliana Castagnola balla durante uno spettacolo su Rai Uno.

Fonte: www.antoniodecurtis.com