Paola (Cs) | Ecco come lo Stato costruiva con l'amianto mettendo a rischio la sanità pubblica

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Paola (Cs) | Ecco come lo Stato costruiva con l'amianto mettendo a rischio la sanità pubblica

Dispersione delle fibre di amianto da usura di pannelli in cemento-amianto in dosi tali da costituire un pericolo per la sanità pubblica. E’ ciò che emerge da un rapporto stilato dagli ispettori dell’U.s.l. alla fine del 1995 e che darà il via alle operazioni di bonifica durate almeno cinque anni.
Ma andiamo con ordine. Il progetto dell’opera che ospiterà il tribunale a Paola risale al 1968 mentre l’ultimazione dei lavori al 31 ottobre 1978. Un documento ufficiale dimostra però che già due anni più tardi la struttura necessita della prima messa in sicurezza. Negli anni compresi tra il 1980 e il 1983 i lavori nello stabile li esegue direttamente il Ministero di Grazia e Giustizia, relativamente a opere, impianti e forniture. Tra questi, la rimozione completa degli infissi esterni, compresa la pannellatura in cemento amianto.
Ma non basta. Dodici anni più tardi un’ispezione accerta che l’amianto c’è ancora ed è contenuto nei pannelli di rivestimento, che tra l’altro risultano deteriorati al punto da rappresentare un vero e proprio pericolo per gli occupanti dello stabile e per tutti i paolani.
Nei giorni 26 settembre e 3 ottobre 1995 alcuni uomini inviati dall’U.s.l. attuano un controllo della struttura per verificare lo stato di conservazione della stessa. Il 30 ottobre dello stesso anno gli ispettori inviano al dottor Piero Borsani, responsabile della sezione Medicina del Lavoro, un rapporto dettagliato che contiene informazioni piuttosto allarmanti.
Il documento recita testualmente: “L’edificio, sede del Tribunale, ha la struttura in cemento armato, i muri esterni sono costutuiti da lastre piane sostenute da profilati in alluminio. […] Occorre precisare che dal deterioramento delle stesse, dovuto a rotture, tagli, perforazioni, etc, tipo quelle presenti e verificate nell’edificio in questione , si può verificare con l’emissione di polvere il rilascio di fibre di amianto. Ora ciò costituisce come noto un rischio anche per la popolazione e anche un problema di sanità pubblica; risulta pertanto necessario che le lastre n cemento-amianto dei muri, pi¡u deteriorate o danneggiate, rappresentnado un forte inquinamento ambientale, vengano rimosse e sostituite, oppure bonificate nel modo più idoneo”.
Parole che pesano come un macigno. Ma da qui a un primo atto di bonifica passeranno 5 mesi. In data 3 aprile 1996, i primi dodici pannelli incriminati vengono sostituiti a seguito di un’ordinanza, la n.57, dell’allora sindaco di Paola. Per la sostituzione di tutti i pannelli danneggiati si dorvà invece attendere il novembre di tre anni più tardi, nel 1999, nell’ambito di lavori di manutenzione e di adeguamento del Palazzo di Giustizia.
Alcuni mesi dopo, la messa in sicurezza necessita di un ulteriore intervento. Con la nota n.6/1887/2000/cz, il direttore facente funzioni dell’ufficio VI rende noto che in seguito ai controlli delle locali autorità giudiziarie, si era reso necessario “rimuovere i pannelli di amianto di alcuni condizionatori presso il tribunale di Paola, al fine di rendere i rispettivi ambienti in regola secondo al normativa vigente (legge 46/90)”, invitando il Comune della città a prendere nuovamente i dovuti provvedimenti, ma sarà solo nel 2001 che le operazioni di bonifica si potranno dire concluse.
In sostanza, dal giorno dell’ispezione al momento della bonifica del palazzo, dove entrano ed escono migliaia di persone, sono passati oltre 5 anni.

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