RealPolitik alto tirrenica, la calunnia prima di tutto

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RealPolitik alto tirrenica, la calunnia prima di tutto

(Fonte foto: dal web)
di Forbidden
I fatti sono fatti e non si discutono. La politica alto tirrenica ha messo in moto una nuova stagione fatta di calunnie. La siccità ha alimentato l’aridità della specie-politica nostrana: ci si litiga per l’acqua; il problema delle solite scie marine ha contribuito a una nuova staffetta di accuse reciproche… da dove provengono i reflui degli scarichi abusivi? Quale depuratore fa “merda” da tutte le parti? Chi, come, quando e perché non controlla?
Insomma, ancora una volta dobbiamo affidarci all’ironia, altrimenti ci rimarrebbe la forca. L’estate 2017 è stata e continua ad essere “polemica”. Polemiche che hanno esasperato l’opinione pubblica, dando voce anche a tutta una serie di commentatori che impartiscono nuovi livelli alla mediocrità.
Ci sono due categorie: chi la politica la fa; chi la politica la detesta, ma non per scelta, bensì perché ne è stato scartato. Il peggio del Tirreno cosentino si annida proprio tra gli “scartati”, che aizzano le masse e soffiano sul fuoco del malessere. Lo fanno in ogni modo e, attraverso i social, trovano terreno fertile per le loro frustrazioni. Gli scartati soffrono di un complesso di inferiorità, che li porta a una divisione netta, potremmo dire manichea, di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Sporcano con il loro “cui prodest”, ossia, “a chi giova”, ogni cosa che viene fatta.
Dall’altra la RealPolitik alto tirrenica non c’è. La politica concreta, che dovrebbe essere visibile quotidianamente con decisioni antipopolari, molti primi cittadini non l’hanno mai voluta applicare. Col cavolo che la politica deve essere per il popolo, soprattutto se questo vuole fare di testa propria.
La politica deve essere per il bene comune, quindi, antipopolare, perché la massa guarda solo al giorno dopo, al comodo, all’utile e all’immediato. La massa è la cosa più spregevole che possa esistere, perché guidata da un’unica mentalità gretta e banale, infarcita di luoghi comuni.
E ora vediamo chi si sente offeso.

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