Ospedale di Praia, chi ci risarcirà per quelle morti frutto di una politica scellerata?

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Ospedale di Praia, chi ci risarcirà per quelle morti frutto di una politica scellerata?

(Fonte foto: dal web)
Finalmente la grande notizia, il CAPT di Praia a Mare verrà riconvertito in ospedale a tutti gli effetti.
Per più di sei anni un bacino d’utenza più che ragguardevole ha fatto i conti con disservizi di vario genere, ambulanze che purtroppo tardavano ad arrivare per mancanza di supporto adeguato.
Un punto di primo intervento che non riusciva a far fronte all’immensa richiesta di prestazioni che il periodo estivo per sua natura porta.
La mancanza di ambulatori vitali per una corretta prevenzione e che non poche conseguenze ha portato a tutti coloro si sono dovuti spostare per una visita, o peggio, hanno evitato di fare.
Il dislocamento di tante unità lavorative con conseguenti disagi personali, insomma un fallimento politico  su tutti i fronti.
Tutto l’alto Tirreno cosentino in questi anni ha perso non solo soldi e quel po’ di prestigio che gli rimaneva, ma ha perso fratelli e sorelle che probabilmente si sarebbero potuti salvare con un intervento tempestivo, con un pronto soccorso in grado di agire, con una sala operatoria in ordine ed efficiente.
Ci hanno ridotti ad essere guardati con disappunto nei pronto soccorso della vicina Basilicata perché cittadini di serie B.
La Calabria non pagava  neanche le fatture per i ricoveri extraregionali dei propri residenti.
Diverse sono le forze politiche che cercano di accaparrarsi i meriti della riapertura di una struttura che non avrebbe mai dovuto chiudere, chiusa dagli stessi soggetti che vantano ora di essere rimasti anni ed anni al fianco dei cittadini.
Questa terra non è stata dimenticata da Dio come abbiamo letto nei mesi passati, siamo solo stati abbandonati dalle istituzioni.
Ricordiamocene bene la prossima volta che le urne chiameranno, ripensiamo a quella Risonanza Magnetica che tanto avrebbe fatto comodo, ricordiamo quel codice rosso trasferito altrove con conseguenze a volte catastrofiche e ricordate bene i fratelli che non ci sono più per quei ritardi, perché la colpa non è né dei medici né degli infermieri, ma dei nomi che leggevate in cabina elettorale.
di Albino Console
Albino Console, 37 anni, si è diplomato al liceo classico Aldo Moro di Praia a Mare e si è laureato in Infermieristica ed Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzandosi in seguito in rianimazione cardio polmonare d’urgenza e maxi emergenze. Dopo aver lavorato presso un ospedale d’eccellenza del sud Italia e privatamente sull’alto Tirreno cosentino, si dedica all’attività di blogger per la testata giornalistica on line La lince – La penne nella piaga, con maggiore riguardo per gli argomenti che riguardano la sanità del suo territorio. Da qualche tempo ha intrapreso il percorso che lo porterà a diventare un giornalista pubblicista e a breve pubblicherà il suo primo romanzo.  

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