Diamante, la verità sullo scontro nell'amministrazione comunale

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Diamante, la verità sullo scontro nell'amministrazione comunale

Di Francesco Cirillo
 
Lo scontro a Diamante all’interno dell’Amministrazione Comunale non è come si vuol far credere fra Magorniani (sostenitori del sen.Magorno) e Sollaziani (sostenitori del sindaco Sollazzo), e tanto meno fra chi voleva il “Palestrone” e chi no. La questione del “Palestrone” risale a diversi anni fa e venne sollevata esclusivamente e solamente dagli ambientalisti, che sin dall’inizio condussero una dura battaglia contro la sua realizzazione, che invece la magistratura e le amministrazioni comunali sostennero fino a farla realizzare. Tutte le amministrazioni comunali fino a questa di Sollazzo autorizzarono tutto ciò che c’era di autorizzabile fino alla destinazione di cambio d’uso avvenuta dopo la morte del proprietario. Nel consiglio comunale fatto ad hoc la vicesindaco Casella, moglie del senatore fu assente mentre il PD nella maggioranza di Sollazzo (Suriano e Perrone) furono  presenti e votarono a favore. Nessuno si oppose, nessuno denunciò la cosa alla magistratura e difatti non esistono comunicati, conferenze stampa, denunce da parte di nessuno, tanto meno dell’allora deputato Ernesto Magorno e dal suo PD.
Esiste solo una ricostruzione storica della struttura fatta da me in un blog e ripreso da “Iacchite’” in questi giorni che appena uscì due anni fa, scatenò polemiche e insulti contro la mia persona e il mestiere di giornalista oltre che di ambientalista. Chiusa la questione.
Il vero scontro è altro e qui possiamo parlare di “santoriani” sostenitori del concessionario del porto Santoro  e contrari a lui ed alla concessione data dalla regione all’Icad Blu srl, appunto di Santoro, noto farmacista di Cosenza.  L’ “archè kakon” cioè il primo passo che porta alla tragedia, come scritto nell’Odissea, fu l’appalto concepito nel 1998 dall’allora ass. Adamo per otto miliardi di lire, che la regione fece direttamente con un concessionario che avrebbe dovuto costruire il porto e poi gestirlo, mettendo fuori il Comune. Allora il Sindaco era Ernesto Caselli, “santoriano” convinto ed ora alleato di Magorno e indicato da lui come prossimo candidato a sindaco. Al sindaco caselli dopo tre mandati subentrò sindaco Magorno, che continuò l’opera a favore di Santoro senza muovere un dito salvo nel 2007 proclamare uno sciopero della fame per sollecitare la Regione nella definizione dell’opera. Lo sciopero della fame finì dopo due giorni e la Regione continuò a non fare nulla, permettendo a Santoro di continuare nei suoi giochi. Era già da allora chiaro che Santoro non aveva più i mezzi per iniziare e  tanto meno concludere il porto. Dopo  Magorno, che aveva accumulato varie cariche politiche, da assessore provinciale a segretario regionale del PD fino a deputato, subentrò Gaetano Sollazzo. La sua giunta non nacque sotto buoni auspici.
Vi furono, pochi giorni dopo l’elezione, subito scontri nella divisione degli assessorati, in particolare Magorno rivendicava un assessorato per un suo consigliere e Sollazzo non glie lo concesse dando però alla moglie di Magorno, Francesca Casella la carica di vicesindaco oltre che la delega per il bilancio e tutto ciò che era legato all’economia (finanza e contenzioso), un assessorato quindi molto importante e centrale nella vita di un paese. Ai due consiglieri del PD non andò comunque male in quanto si presero diverse deleghe, Suriano ricevette quelle sull’Urbanistica – Demanio – Catasto – Patrimonio – Commercio, e Perrone quelle delle Politiche Sociali ed Innovazione Tecnologica – Fondi Europei – Immigrazioni – Volontariato e  Ambiente. Dopo il riequilibrio la vita amministrativa continuò con alti e bassi. Ognuno faceva il suo lavoro ed il suo gioco politico. Poi improvvisamente le acque si agitarono. Non si agitarono per il “Palestrone “ o per qualche altro problema ambientale, non per la raccolta differenziata non funzionante, non sullo sbancamento di una collina, né tantomeno sulle politiche sociali, ma per la questione porto.
Ad ottobre nasce un Movimento popolare sulla questione porto. Movimento fatto da diverse anime del paese, all’interno del quale ambientalisti, commercianti, albergatori, diportisti, pescatori, imprenditori, prima nemici e in lotta fra di loro provano ad unirsi per risolvere un solo problema ritenuto vitale per lo sviluppo del paese, che è quello del porto. L’amministrazione comunale mossa dal Movimento in un consiglio comunale approva la nascita di una commissione d’inchiesta sul porto nella quale vengono eletti due membri delle opposizioni (Cauteruccio e Savarese, e uno della maggioranza Riente). Intanto il Movimento avvia una raccolta di firme nel paese per chiedere che la Regione rescinda il contratto fatto con Santoro oramai impossibilitato per motivi finanziari a concludere il progetto. 1007 cittadini (certificati con carta d’identità) firmano il documento che viene inviato al Presidente della Regione Oliverio, al Comune e naturalmente al Rup nella persona dell’Ing. Zinno.
Inizia da qui, lo scontro politico fra chi voleva che Santoro continuasse nella sua opera di mantenimento dello status quo e fra chi voleva che venisse allontanato definitivamente e che l’area in suo possesso ritornasse alla comunità diamantese. Non passa giorno che fra Comune e Regione non avvenga uno scambio di lettere, fax, e mail sulla questione. La posizione del Comune si irrigidisce sempre di più e arriva al 27 dicembre del 2017 ad approvare un documento dove si chiede esplicitamente la conclusione del contratto. Intanto il Movimento organizza una fiaccolata prima con la partecipazione di 300 cittadini, poi rilancia con  uno sciopero generale con la chiusura di tutte le attività del paese. In entrambe le manifestazioni i consiglieri di maggioranza “santoriani” non partecipano, così il PD , né l’on Magorno. Anzi lavorano tutti per far fallire la partecipazione popolare, puntando su commercianti vicino a loro, indicendo conferenze stampa contrarie al movimento, mettendo in giro voci sul passato dei presunti leader del movimento.
Ed ecco le elezioni nazionali. E’ un banco di prova per la tenuta dell’elettorato magorniano. Ed è una sconfitta vera e propria , neanche 600 voti fra Diamante e Cirella. Magorno non viene eletto e viene ripescato solo grazie alla legge truffa elettorale che trasmigra i voti della Bonino nel sacco del Pd. Sono finiti i tempi dove il Pd superava i mille voti, portando fiumi di persone a votare alle primarie o alle varie elezioni. A Diamante vince per la prima volta Grillo che supera i 1200 voti. il Sindaco Sollazzo per la prima volta chiaramente non si è mosso per portare voti al suo partito. Intanto la commissione consiliare d’inchiesta sul porto ha finito il suo lavoro. Quello che ne è venuto fuori parla di una ditta oramai sull’orlo del fallimento. Santoro chiede un concordato fallimentare che sta per concludersi, ma è chiaro che non è più nelle condizioni di poter terminare l’opera. Il Movimento si infiamma e rilancia per una nuova manifestazione il 25 aprile. Liberiamo Diamante dice il manifesto di convocazione della manifestazione e la gente vi partecipa. Anche il sindaco partecipa con un suo intervento applauditissimo dal palco. Ma ecco i “santoriani” all’attacco. Il giorno prima, il 24 aprile,  il gruppo di opposizione “Per una Diamante Migliore”,  indice un’assemblea al chiuso nel Museo Dac del paese. Chi vi partecipa ? Lo stesso Santoro , l’ing. Salatino e il sen Magorno.La popolazione diserta l’incontro che avviene alla presenza di una 50 di persone tutte rigidamente di fede “santoriana”. Dal tavolo dei relatori parte un attacco durissimo, al movimento, alla popolazione stessa (sono loro che buttano i rifiuti nell’area portuale dice l’ing. Salatino) al sindaco Sollazzo diventato a loro detta ostaggio del movimento. Il sen. Magorno dedica il suo intervento prima contro “gli ambientalisti d’assalto” che avrebbero bloccato il porto e poi contro il sindaco Sollazzo al quale  chiede esplicitamente di dimettersi e sciogliere l’amministrazione. Santoro applaude e ritorna trionfante a Cosenza.
E’ chiaro a tutti che senza il sindaco Sollazzo subentrerebbe un commissario e che questo commissario fermerebbe le azioni messe in atto per la rescissione del contratto. Il contratto fra Regione e Santoro scade il prossimo 27 agosto e Santoro è sulla linea di chiedere un nuovo crono programma, cosa che gli consentirebbe di trovare qualche compratore. Santoro come dimostrato dalla commissione d’inchiesta ha chiesto al Monte dei Paschi di Siena un prestito di 5 milioni di euro dando come contropartita l’area portuale di Diamante, secondo i tecnici dal valore di dieci milioni di euro. E il MPS ha concesso tale prestito !
Il Presidente Oliverio non si sa se è conoscenza di tutti questi movimenti, fatto sta che è essendo ostaggio del PD calabrese è su questa linea. Ha rifiutato di incontrare il sindaco Sollazzo, ha rifiutato di venire a Diamante, di incontrare a Catanzaro i rappresentanti del Movimento che più volte avevano chiesto l’incontro con lui, ha rifiutato di rispondere e  parlare con 1007 cittadini che avevano chiesto un suo intervento su un’opera pubblica abbandonata da oltre dieci anni e diventata campo di rifiuti speciali che l’Asp ha classificato pericolosi costringendo la Icad Blu srl a rimuoverli.
Il sindaco Sollazzo dopo le dichiarazioni del sen. Magorno, contro la sua linea intrapresa per il porto, cosa avrebbe dovuto fare se non azzerare la giunta ?  Non lo so se avrà i numeri per poter continuare a  governare. Mancano pochi mesi alla fine del mandato, ma senza dare alcun giudizio sulla sua attività amministrativa penso che debba fare di tutto per evitare un commissariamento che sarebbe la fine di tutto il lavoro sulla questione porto fatto negli ultimi anni sia dalla stessa amministrazione che dal movimento popolare.
Capite ora che la questione “Palestrone” è solo un diversivo?  E chi vuole l’intervento della magistratura su questo edificio lo faccia pure e nel diritto di tutti, come ambientalisti lo abbiamo già fatto a suo tempo. Ma l’intervento della magistratura speriamo che avvenga  anche su tutta la vicenda porto per capire come sia stato possibile che un’opera così importante per lo sviluppo turistico di un’intera costa sia rimasto ferma nonostante il vortice di danaro che c’è stato.