Clinica Tricarico, il tribunale ha dichiarato il fallimento della società titolare

Una veduta del pronto soccorso della clinica Tricarico. Fonte foto: Cosenza Channel

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Clinica Tricarico, il tribunale ha dichiarato il fallimento della società titolare

Alla fine la famiglia Rosano Tricarico non ce l’ha fatta e benché abbia presentato una proposta per il risanamento dei debiti dopo che la struttura sanitaria era finita all’asta tentando un salvataggio in extremis (Fallimento, per ora la clinica belvederese dei Tricarico è ‘salva’), secondo quanto riferisce il sito IL FATTO DI CALABRIA il tribunale di Paola nelle scorse ore ha dichiarato il fallimento della società Istituto Ninetta Rosano, la società che la gestisce. I nuovi curatori fallimentari, sempre da quanto riferisce il sito diretto da Domenico Martelli, sono Pasquale Di Martino Giuseppe Castellano.

 

Tra un’udienza e un’altra i Tricarico avevano subito anche un sequestro preventivo da 5 milioni di euro (Belvedere, sequestro di beni per 5 milioni di euro alla clinica privata dei Tricarico) proprio poche settimane dopo aver incassato le spettanze arretrate dall’Asp di Cosenza (Piovono soldi sulle cliniche private cosentine: il 2018 saranno rimborsate per 66mln di euro).

A conti fatti a nulla è valso “blindare” il territorio. Benché la chiusura dell’ospedale di Praia a Mare abbia fatto aumentare vertiginosamente l’utenza della clinica belvederese, la società non ha retto alle restrizioni economiche imposte dallo alla sanità calabrese ed è fallita comunque. Vana sembra essere stata anche la tutela politica di cui sembrava essersi fatto carico per un periodo il parlamentare diamantese Ernesto Magorno (poi scaricato da Pasqualino Tricarico in una intervista al Meridione della primavera scorsa, il quale disse: «L’alto Tirreno non ha politici») e l’ostinazione del commissario ad acta alla calabrese sanità Massimo Scura. Nella riorganizzazione della sanità pubblica il commissario ingegnere ha sempre considerato la struttura privata belvederese un punto di riferimento, tanto da penalizzare una struttura pubblica su cui pende da 4 anni e due mesi una sentenza esecutiva ed inoppugnabile del Consiglio di Stato. Ci si riferisce alla sentenza con la quale la III sezione penale del massimo tribunale amministrativo italiano aveva ordinato la riapertura del nosocomio praiese.

Ad ogni modo trenta giorni prima dell’udienza, fissata per fine novembre, i creditori dovranno presentare domanda per l’ammissione al passivo.

 

COS’È L’AMMISSIONE AL PASSIVO

È la domanda con cui si chiede di ammettere il proprio credito al passivo di un fallimento.
La domanda è tempestiva quando viene presentata, con le modalità sotto specificate, entro i 30 giorni prima dell’udienza di verifica dei crediti, la cui data viene fissata con la sentenza che ha dichiarato il fallimento. La domanda può comunque essere presentata anche in data successiva, purché entro un anno dalla data di dichiarazione del fallimento. In tal caso si considera tardiva, è efficace, ma può comportare una limitazione nel diritto a partecipare alla ripartizione dell’attivo fallimentare (ciò che si è ricavato dalla liquidazione dei beni e crediti del soggetto fallito) per la parte eventualmente già distribuita (fonte: http://www.tribunale.torino.giustizia.it).

COSA SUCCEDERÀ ADESSO ALLA CLINICA?

La clinica di Belvedere, sorta nel 1972, negli anni ha visto passare tre generazioni di Tricarico e diverse società di gestione, pertanto se i proprietari attuali daranno vita a una nuova società, come probabilmente hanno già fatto, gli unici ad accusare il colpo saranno i creditori, se ce ne saranno, che non riusciranno a recuperare le proprie somme di denaro. Ad ogni modo, come ha garantito anche la sentenza di fallimento, l’attività della clinica non cesserà.

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